La Milano nella quale vive Carlo Porta, è una patria soggiogata da secoli di dominazione straniera, che attraversa il dramma delle guerre napoleoniche e della successiva restaurazione del potere austriaco. Lo scrittore, dei francesi e degli austriaci, fa dire al Giovannin Bongee: " vee via per lassà el post a di olter forastee che voraran anca lor robba e danee ". In un simile contesto, la viva intelligenza, l'ironia portiana, e l'uso del dialetto, sono dunque essenziali per dare forza allo spirito romantico, che anima tutta l'Europa, e per esprimere il disprezzo dell'oppressore, l'irrisione anticlericale, e, sul piano letterario, la parodia dei classicisti.
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